Pubblicato su politicadomani Num 85 - Novembre 2008

Filiera corta

Sperimentazione di un modello di economia che impegna reciprocamente produttori e consumatori per sovvertire le catene di distribuzione, ridurre la distanza alimentare, valorizzare le relazioni sociali, sensoriali e gustative (Dal manifesto di “terraTERRA”)

 

È il nome dato a quel particolare tipo di commercio di generi alimentari che vede i consumatori riempire la propria borsa della spesa direttamente dai consumatori.
Innegabili i vantaggi: ambientali, di qualità, economici. Si riducono i passaggi propri del sistema di distribuzione tradizionale quali il confezionamento dei prodotti, l’imballaggio e il trasporto, tutte procedure che generano consumo di energia, inquinamento ambientale, traffico e sovrapprezzo.
Il contatto diretto fra il produttore e il consumatore innesca una spirale virtuosa: il produttore riesce a vendere prodotti unici, che hanno come caratteristica il trattamento esclusivamente biologico; il consumatore impara ad apprezzare questi prodotti, a consumarli sempre più spesso e a diffonderli; aumenta la richiesta e migliorano le condizioni per lo sviluppo di queste imprese; si salda il legame con il territorio e si valorizzano le coltivazioni proprie di ogni territorio, proteggendone la biodiversità e la varietà dei gusti; migliora il rispetto per l’ambiente. Né è trascurabile l’aspetto culturale: il confronto diretto permette di conoscere i produttori, i loro metodi di lavoro, la storia dei cibi che si portano in tavola, le ricette e le tradizioni. Inoltre, fa bene alla tavola perché il rispetto della stagionalità è garanzia della freschezza  degli alimenti acquistati, e fa bene al portafoglio perché il prezzo finale al consumo è trasparente e, quindi, è più economico per chi acquista, e garantisce una remunerazione più equa per chi produce.
L'idea di filiera corta ha dovuto combattere contro l’arroganza delle multinazionali dell’agroalimentare, la proliferazione delle grandi catene di distribuzione e un modello di sviluppo che proprio in questi giorni ha dimostrato tutte le sue debolezze. Si tratta di una rivoluzione “culturale” che guarda all’indietro, alle regole buone di una tradizione sana che in Italia non è mai passata di moda.
Principi e azione della filiera corta hanno come protagonisti tutti coloro che vogliono promuovere consapevolmente questo processo produttivo, nel rispetto dell'ambiente, di chi lo lavora e lo vive, quindi ai cittadini privati, più che alle grandi catene di ristorazione o ai commercianti.

 

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